Descrizione
Autore: Nicu (Nicolae) Steinhardt (1912-1989)
Titolo: Diario della felicità
Traduttore: Gabriella Bertini Carageani. A cura di Gheorghe Carageani
Anno: 2017, seconda edizione (prima edizione: Bologna, Il Mulino, 1995)
Collana: «Spiritualità»
N. pagine: 550
Genere: memorialistica e saggistica
Lingua: italiano
Prezzo: euro 18,00
Formato: libro cartaceo
ISBN-13: 9788897908333
Lingua originale: romeno
Edizione originale: Jurnalul fericirii, Cluj-Napoca, Dacia, 1992
Tutto intorno a questo libro è rivestito di straordinario, a partire dall’esperienza di vita dell’autore – ebreo convertito al cristianesimo ortodosso e battezzato in galera (durante il periodo comunista della Romania) – e a continuare con la storia del manoscritto che sta alla base del libro. Esistono, di fatto, due manoscritti in romeno di questo libro: il primo, confiscato inizialmente dalla Securitate (la famigerata polizia segreta romena durante gli anni della dittatura, comunista) e poi restituito all’autore; il secondo, più esteso, interamente riscritto da Steinhardt dopo la confisca della primo. Entrambi sono stati, in seguito, da lui completati, corretti e nascosti. L’attuale edizione riproduce la prima delle due versioni.
«Per uscire da un universo concentrazionario che non deve essere necessariamente un lager, una prigione o un’altra forma di carcere, poiché la teoria si applica a qualsiasi tipo di prodotto del totalitarismo, esiste la soluzione mistica della fede».
«Sono entrato cieco in prigione ed esco vedente; sono entrato viziato, coccolato, esco guarito dalle arie, dalle pretese, dalla presunzione; sono entrato scontento, esco conoscendo la felicità; sono entrato nervoso, permaloso, sensibile alle sciocchezze, esco indifferente a tutto ciò; il sole e la vita volevano dire poco, adesso so assaporare la più piccola fettina di pane; esco ammirando soprattutto il coraggio, la dignità, l’onore, l’eroismo; esco riappacificato: con quelli verso cui ho sbagliato, con i miei amici e nemici e anche con me stesso. Perciò sto in ginocchio e ringrazio Gesù Cristo promettendogli di fare il possibile per comportami, d’ora in poi, con distacco di fronte a tutte le avversità, gli ostacoli, le provocazioni; sarò solo allegro, sempre riconoscente per ogni gioia, ogni parolina buona che non sia bestemmia e imprecazione e desidererò piuttosto la morte che commettere peccati che gridano vendetta al cielo».
N. Steinhardt
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